NUOVE VOCALIZZAZIONI: COME PROMUOVERLE
Anna Ingeborg Petursdottir & Tracy L. Lepper
Behav Analysis Practice (2015) 8:223–232
DOI 10.1007/s40617-015-0088-6
Published online: 3 September 2015
Association for Behavior Analysis International 2015
Inducing Novel Vocalizations by Conditioning Speech Sounds as Reinforcers

Vi suggeriamo la lettura di questo interessante articolo di Petursdottir e Lepper “Inducing Novel Vocalizations by Conditioning Speech Sounds as Reinforcers” nel quale vengono presentate diverse procedure volte a promuovere l’emissione di vocalizzazioni in bambini con autismo.
Ecco alcune note alla lettura.

Ricerche recenti stimano che circa il 20% dei bambini con autismo presenta assenza o difficoltà nel linguaggio e nel comportamento verbale (Armstrong e Jokel, 2012; Gevarter & Horan, 2018) e dimostrano una correlazione tra i deficit nel repertorio verbale e vocale e l’emissione di comportamenti problema (Carr e Durand, 1985). Per tali ragioni risulta importante inserire da subito procedure di insegnamento del comportamento verbale, quando possibile, mediante procedure di promozione dell’uso funzionale del linguaggio vocale. Quando i deficit nel repertorio vocale o l’assenza di imitazione vocale non lo permettono, si inseriscono sistemi di Comunicazione Aumentativa Alternativa (segni, PECS, speech generating device; VOCA – voice output communication aids…). Tali programmi di insegnamento vengono solitamente affiancati da procedure volte a condizionare il linguaggio vocale e favorire l’emergere delle prime vocalizzazioni.
L’articolo che vi suggeriamo presenta una disamina delle principali procedure utilizzate per incrementare le possibilità di sviluppo del linguaggio vocale, mostrandone esempi applicativi
Gli autori effettuano, inoltre, una breve presentazione della traiettoria di sviluppo del linguaggio nei bambini a sviluppo neurotipico e nei bambini con disabilità e autismo.
 

Che cosa accade nei bambini con una traiettoria di sviluppo tipica?
Nello sviluppo neurotipico, solitamente il bambino nei primi mesi di vita, inizia la “lallazione” cioè l’emissione e ripetizione di sillabe. La produzione di questi suoni è sensibile:

•    al rinforzo sociale: quando il bambino emette lallazioni contatta il rinforzatore sociale dell’attenzione (le figure di riferimento si avvicinano, sorridono, gli fanno il solletico…) (Goldstein, Schwade e Bornstein 2009; Goldstein, West e King 2003; Pelaez, Virues-Ortega e Gewirtz 2011; Rheingold, Gewirtz e Ross 1959).
•    al rinforzo automatico: la produzione stessa dei suoni funge da rinforzatore per il comportamento di lallazione del bambino, in particolare quando il bambino sente che i suoni da lui emessi somigliano a quelli utilizzati dal caregiver (Palmer, 1996).
 
L’apprendimento del linguaggio è frutto di un processo di modeling e shaping. Modeling in quanto le figure di riferimento offrono quotidianamente e costantemente dei modelli di comportamenti verbali e vocali che il bambino tende a imitare; shaping perché le figure di riferimento rinforzano in modo differenziale approssimazioni successive al comportamento target. Per esempio, inizialmente il bambino vuole l’acqua, si avvicina e indica l’acqua, la mamma pronuncia “acqua” e consegna l’acqua al bambino rinforzando il comportamento di indicare; dopo qualche interazione di questo tipo, il bambino si avvicina, indica l’acqua, la mamma dice “acqua” e il bambino ripete “a”, la mamma rinforza socialmente e consegna l’acqua (rinforzando “a” e non rinforzando più il solo gesto di indicare); dopo qualche interazione il bambino inizierà a ripetere “aua” e la mamma rinforzerà “aua” e non più “a”… fino ad arrivare a rinforzare “acqua”.


Cosa accade nei bambini con una traiettoria di sviluppo atipica?
I problemi di comunicazione sono tra le caratteristiche principali del disturbo dello spettro autistico: spesso i bambini con autismo presentano assenza del linguaggio vocale, ritardi nell’apprendimento del linguaggio, ecolalie immediate o differite, prosodie particolari, uso non funzionale del linguaggio. Si rende, spesso, necessario intervenire con sistemi di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) unitamente a procedure volte ad aumentare la probabilità di emissione di vocalizzazioni. 


Alcune procedure per aumentare la probabilità di emissione del linguaggio vocale:
L’articolo presenta una disamina delle procedure solitamente utilizzate in ambito clinico:

-    Un primo approccio introduce la possibilità di utilizzare rinforzatori tangibili come conseguenza all’emissione di una qualunque forma di vocalizzazione (anche il singhiozzo o suoni non funzionali…), dal momento che il rinforzo sociale potrebbe non essere sufficiente, una volta che le vocalizzazioni aumentano, si applicano, poi, procedure per portare la vocalizzazione sotto il controllo da parte di uno stimolo antecedente (la vocalizzazione dell’adulto) favorendo il consolidamento del repertorio ecoico attraverso prompt e shaping (Lovaas, 2003).
-    Un’altra procedura ampiamente utilizzata consiste nell’applicazione del condizionamento rispondente mediante procedure di stimulus-stimulus pairing. Queste procedure prevedono diverse fasi: si effettua un primo assessment dei suoni spontaneamente prodotti dal bambino, si seleziona quello emesso a maggiore frequenza, si effettua un assessment delle preferenze, si identifica un’attività altamente gradita e  si presenta in modo congiunto il suono da condizionare e l’attività gradita in modo da promuovere un trasferimento della funzione stimolo dallo stimolo condizionato (gioco) allo stimolo neutro (suono) (Sundberg, Partington 1998; Miguel, Carr, Michael 2002).

Molti studi, citati all’interno dell’articolo (Carroll and Klatt 2008; Esch et al. 2009; Lepper et al. 2013; Miguel et al. 2002; Miliotis et al. 2012; Rader et al. 2014; Sundberg et al. 1996; Smith et al. 1996; Stock et al. 2008; Yoon and Bennett 2000;Yoon and Feliciano 2007) hanno dimostrato la validità della procedura di stimulus-stimulus pairing che ha lo scopo di promuovere l’incremento delle vocalizzazioni attraverso il condizionamento dei suoni prodotti; l’adulto inizia il pairing, ripete un suono vocale target e dà accesso al rinforzatore sia che il bambino ripeta il suono sia che non lo ripeta (secondo i principi del condizionamento rispondente) favorendo, in questo modo, il trasferimento di funzione tra lo stimolo incondizionato (gioco), e il suono (stimolo neutro), a questo punto, dopo diverse esposizioni, il suono diventerà stimolo condizionato ed evocherà una risposta condizionata da parte del bambino. Nell’applicazione della procedura il professionista presta attenzione a rinforzare con magnitudo diversa del rinforzatore le risposte del bambino (se ripete esattamente lo stesso suono pronunciato dal terapista otterrà un rinforzatore di magnitudo maggiore).  Uno dei limiti di questa procedura è che è l’adulto ad emettere il suono (risposta target), non il bambino (“Response-indipendent stimulus pairing”).

Oltre a queste procedure, ampiamente utilizzate, l’articolo presenta altre procedure:

•    Procedura di discriminazione, basata sul condizionamento operante, che modifica la funzione precedentemente neutra dello stimolo, in funzione discriminativa per l’accesso al rinforzatore (da SN, stimolo neutro, a Sd, stimolo discriminativo): viene presentato un suono che ha funzione discriminativa e il bambino emette una risposta motoria arbitraria per avere accesso al rinforzatore (discriminazione condizionale dal punto di vista acustico). Il bambino apprende a discriminare gli stimoli sonori presenti nell’ambiente individuando quelli che hanno funzione stimolo da quelli che non ce l’hanno.

•    Procedura “Response-contingent stimulus pairing” in cui il bambino emette una risposta specifica per avere accesso al rinforzatore. L’erogazione del rinforzatore è, quindi, dipendente dalla risposta del bambino che emette un suono presente nel suo repertorio.

I dati suggeriscono che dare l’opportunità al bambino di iniziare il pairing tra il suono e il rinforzatore, produce un maggiore effetto sul numero di vocalizzazioni, rispetto alla procedura in cui è il terapista a iniziare l’interazione.
Ad oggi non esistono dati univoci rispetto alla maggiore efficacia di una procedura rispetto ad un’altra, come sempre, ciò che dovrebbe guidarci è la valutazione individualizzata dei punti di forza e di debolezza e delle caratteristiche del singolo bambino.

L’articolo conclude con dei suggerimenti pratici per gli operatori:
-    Applicate sempre le procedure di assessment delle preferenze e dei rinforzatori selezionando adeguatamente gli item da utilizzare;
-    Individuate i suoni maggiormente presenti nel repertorio del bambino e iniziate il programma di insegnamento con quei suoni);
-    Privilegiate i suoni che rappresentano iniziali o approssimazioni di parole (in modo da poterli poi usare come mand); 
-    Monitorate il comportamento di emissione di vocalizzazioni da parte del bambino per identificare se la procedura è efficace


La Redazione di Abautismo.it