Il sostegno ai genitori
Una figura chiave nel percorso di crescita di un bambino è rappresentata dai genitori, per questo motivo gli interventi basati sull’Analisi Comportamentale Applicata attribuiscono un’importanza cruciale al loro coinvolgimento nel percorso di apprendimento del bambino.(Peterson, Homer & Wonderlich, 1982; Vollmenr, Sloman & St. Peter Pipkin, 2008).
Le ricerche hanno mostrato, nel tempo, come tale coinvolgimento rappresenti una variabile di significativa importanza ai fini dell’efficacia dell’intervento, nello specifico nel promuovere l’apprendimento di comportamenti appropriati e funzionali e la riduzione di comportamenti non appropriati.

Avere un figlio con una diagnosi di autismo rappresenta un’esperienza estremamente dolorosa per una famiglia. Le ricerche dimostrano che i genitori di bambini con autismo sperimentano alti livelli di stress cronico (DeMyer, 1979, Holdroyd, Brown, Wickler & Simmons, 1975) molto maggiori rispetto ai genitori di bambini con altri disturbi (Holroyd & McArthur, 1976). Spesso i genitori tendono a sentirsi responsabili delle condizioni del bambino, si sentono in colpa, provano ansia e rabbia  e sviluppano spesso depressione e disturbi di ansia, come reazione allo stress che avere un figlio con questo disturbo comporta (Konstantareas, 1990).

Da sempre si è cercato di elaborare programmi rivolti ai genitori di bambini con autismo che li aiutassero a fronteggiare le difficoltà di vita quotidiana e i comportamenti problematici dei loro figli in modo consapevole. Grande sviluppo e importanza hanno avuto e hanno tutt’ora i Parent Training, tali percorsi sono orientati all’insegnamento, mediante modeling, shaping, role playing e rinforzo, di abilità ai genitori per la gestione del comportamento dei loro figli.

Negli ultimi venti anni, a fianco dei percorsi tradizionali di Parent Training, è venuta a delinearsi una nuova esigenza: la creazione di percorsi che non si occupassero solamente dell’aspetto comportamentale, ma anche di quello emotivo e che li aiutasse a fronteggiare  anche la sofferenza e il dolore che avere un figlio con autismo comporta.

L’Acceptance and Commitment Therapy (ACT, Hayes, Stroshal & Wilson, 1999) risulta particolarmente efficace e appropriata per il perseguimento di questo obiettivo. L’ACT è una terapia cognitivo comportamentale di terza generazione che enfatizza l’accettazione di emozioni spiacevoli e la defusione dalle stesse, aiuta le persone a fare chiarezza tra i propri valori e gli obiettivi e potenzia l’efficacia delle azioni rivolte ai valori e agli obiettivi, tutti aspetti che meritano attenzione all’interno di famiglie con bambini disabili (Blackledge & Hayes, 2006).  Una interessante ricerca di Blackledge e Hayes (2006) presenta i risultati di un intervento di parent training rivolto a genitori di bambini con autismo, mettendo in evidenza come tale intervento, risulti efficace nel ridurre lo stress psicologico sperimentato dai genitori e la frequenza degli evitamenti esperienziali messi in atto ( per un approfondimento dell’articolo: http://contextualscience.org/publications/blackledge_amp_hayes_2006).