Torniamo ancora una volta sull'argomento certificazione, con la speranza di contribuire ulteriormente al chiarimento. L'argomento è
già trattato su questo stesso sito.
La certificazione nasce nei paesi dove il titolo di studio non ha valore legale ed è uno dei tentativi di porre riparo a una situazione di confusione.
Le certificazioni private in Italia non hanno alcun valore legale: tutte le certificazioni, sia quella del BACB, sia quella di IESCUM. In Italia ha valore legale il titolo di studio e, per alcune professioni, l'iscrizione al relativo ordine (medici, psicologi, avvocati).
Tutte le certificazioni sono attestati che testimoniano il possesso di alcuni requisiti formali, con il superamento di un esame: se superi l'esame della patente
puoi guidare, non è detto che
sai guidare bene.
Il superamento dell'esame per BCBA dovrebbe garantire il possesso di alcune conoscenze fondamentali relative al programma svolto nelle varie sedi approvate dal Board, e di alcuni requisiti anche questi formali (n° di ore con supervisione) di esperienza attestata nel campo generale (non necessariamente con soggetti con autismo): tutti gli accademici certificati (pochissimi) che insegnano nei programmi internazionali approvati dal BACB sono in queste condizioni. Chi scrive, come la maggior parte dei direttori di questi programmi internazionali, non ha ritenuto di certificarsi in quanto il suo (e dei suoi colleghi) curriculum scientifico testimonia la preparazione
almeno tanto quanto la certificazione, posto che questa in ogni caso non valuta capacità relazionale, giudizio clinico, creatività operativa ma solo conoscenza (teorica), comprese le direttive sull’etica. In ogni caso, al momento non esiste
nessun operatore certificato (BCBA) in Italia, al di là dei claims pubblicitari e delle speranze (wishful thinking).
Ciò premesso IESCUM, e la sua divisione operativa per l'autismo,
MIPIA, hanno fatto comunque la scelta di richiedere la certificazione per
tutte le persone che aspirano ad afferire e seguire le linee guida MIPIA. Il corso di IESCUM, repetita iuvant, è l’unico approvato in Italia dal BACB, e l’unico che dà la possibilità di accedere all’esame per la certificazione. Ovviamente tutto ciò non è frutto del caso, ma conseguenza della professionalità e competenza di cui IESCUM è stato accreditato dal Board.
La certificazione presenta anche alcune ombre: ad esempio la certificazione di classe inferiore, BCABA (Board Certified Associate Behavior Analyst) è molto discutibile (e discussa anche a livello internazionale), ancor più alla luce della legislazione italiana. Infatti può essere conseguita da persone in possesso di un diploma/laurea triennale (Bachelor) e in base al sistema accademico anglosassone tale diploma può essere in qualsivoglia materia: storia, lingue, matematica ecc, non necessariamente in psicologia o pedagogia. In altre parole, senza
alcuna conoscenza psicopedagogica pregressa, dopo un corso di 135 ore d'aula e un tot ore di tirocinio, svolte come tutor e certificate “in bianco” in modo superficiale da supervisori che incontrano solo alcune volte il tutor (quando va bene), che non ne ricordano il nome e forse non l'hanno mai neanche incontrato di persona.
Vorrei ricordare che il bambino con autismo è un bambino, che presenta uno sviluppo atipico, ma prima di tutto è un bambino. Come tale va conosciuto, alla luce dei contributi delle discipline che lo studiano scientificamente: medicina, psicologia, scienze dell’educazione. Non si può cominciare dal fondo, non si può essere laureati in agraria e poi passare ad applicare l’ABA (perché così si trova, purtroppo, facilmente da lavorare).
I risultati si vedono: basta andare su internet e leggere o sentire o vedere come alcune persone sedicenti esperte presentano in modo incompetente, deformato, perfino caricaturale l'ABA. In questo caso, evidentemente, l'esame non certifica nemmeno la conoscenza minima.
In teoria, cioè secondo le direttive del Board, i BCABA dovrebbero agire
solo sotto supervisione di un analista certificato. In pratica agiscono tutti in modo per lo più autonomo, dato che in Italia la richiesta supera di gran lunga l’offerta sia nel pubblico che nel privato, e in ogni caso non ci sono ancora consulenti certificati.
Non faccio di tutto l'erba un fascio: conosco personalmente due BCABA, di diverso orientamento e provata formazione, cui affiderei a occhi chiusi, se avessi un figlio autistico, mio figlio. Ne conosco, purtroppo, altri cui non affiderei nemmeno un criceto.
Concludo riaffermando l'importanza della certificazione come condizione utile, anche necessaria, ma non sufficiente a garantire la qualità dei consulenti analisti del comportamento. La condizione necessaria e sufficiente è la qualità della formazione impartita, testimoniata dall'autorevolezza e dalla reputazione scientifica anche internazionale dei docenti e dell'Istituto formatore (sviluppare un modello italiano non significa fare ABA all’amatriciana). Su questo piano, sempre con la modestia che deve contraddistinguere chi fa scienza, siamo aperti a ogni confronto.
P. Moderato