Ad oggi non si conoscono ancora con certezza le cause dell’autismo.
La varietà e la complessità della sintomatologia autistica ha favorito negli anni la proliferazione di una miriade di teorie diverse volte a cercare una spiegazione rispetto alle cause dell’insorgenza dell’autismo.
Alcune tra queste sono state smentite dall’intera comunità scientifica (teoria bettelheimiana, 1967) altre invece suscitano maggiori dibattiti in merito alla loro veridicità.
Molto spesso la diatriba nasce dal fatto che i vari modelli eziopatogenetici identificano aspetti che effettivamente sono deficitari e rappresentativi della sintomatologia autistica, ma non sempre possono essere identificati come fattori causali cioè responsabili della patologia autistica.
Questo chiama in causa la differenza tra causalità e correlazione. Quando parliamo di causalità facciamo riferimento a delle variabili la cui presenza comporta l’emergere della patologia o di alcuni sintomi, quando si parla di correlazione si fa riferimento a variabili che molto spesso si presentano insieme ma che non necessariamente dipendono una dall’altra.
Quello che viene messo in evidenza da questi modelli sono più che altro correlazioni di sintomi e comportamenti, per esempio molto spesso i bambini con autismo presentano difficoltà nel sonno (correlazione), ma non si potrebbe dire che dormire poco causa l’autismo (causa - effetto).
Le ipotesi ad oggi presenti rispetto alle cause dell’autismo sono:
- Teoria della mente (Baron Cohen et al., 2000)
- Teoria della debolezza della coerenza centrale (Frith et al.,)
- Deficit delle funzioni esecutive (Pennington et al., 1996)
- Deficit a livello dei neurotrasmettitori (Volkmar et al. 2004)
- Complicazioni in gravidanza e durante il periodo neonatale ( Gillberg et al. 1992)
- Geni e ereditarietà (Bailey et al., 1996; Szatmari et al., 1998; Folstein et al., 2000; Vollkmar, 2004)