Contesti di insegnamento: l’insegnamento strutturato Discrete Trial Teaching - DTT
Il Discret Trial Teaching (DTT), tradotto in italiano come Insegnamento per prove discrete, è probabilmente la componente procedurale dell’analisi comportamentale più conosciuta nel campo dell’autismo. Infatti il DTT è stato a lungo, e spesso è ancora, considerato sinonimo di analisi comportamentale applicata, soprattutto grazie alle ricerche di Ivaar Loovas alla fine degli anni ’70 con il progetto UCLA YAP (Moderato e Copelli, 2010).
Il DTT (Discret Trial Training) è una fra le metodologie di insegnamento principali basate sull’Analisi Comportamentale Applicata, descritta in diversi articoli (es. Smith. 2001, Downs et al. 2008, Taubman et al., 2013) e libri (es., Leaf & McEachin, 1999).
Numerosi ricercatori hanno dimostrato che il DTT è efficace per massimizzare gli apprendimenti degli studenti con autismo in diverse aree di sviluppo tra cui: le abilità del parlante e dell’ascoltatore, le abilità sociali, le abilità scolastiche, l’imitazione, le abilità di vita quotidiana, le abilità di gioco e la motricità (es. Conallen & Reed, 2016, Nuzzolo-Gomez, 2002, Shillingsburg, Bowen e Shaprio, 2014).
Secondo Smith (2001) l’insegnamento per prove discrete è efficace per i bambini con autismo poiché questi bambini non sempre hanno lo stesso desiderio di imparare rispetto ai loro coetanei a sviluppo tipico e spesso hanno difficoltà ad apprendere osservando gli altri o esplorando i loro ambienti, così come possono avere difficoltà a interagire, a giocare o parlare con gli altri.
Ci sono diverse ragioni per cui il DTT può aumentare la motivazione e l'apprendimento per un bambino con autismo (Smith, 2001): in primo luogo, ogni prova è breve, quindi possono essere completate molte prove di insegnamento creando numerose opportunità di apprendimento; ciascuna seduta di insegnamento viene programmata in maniera individualizzata, in base alle esigenze di ogni bambino; l’inizio e la fine di ogni prova sono ben definiti e le istruzioni e gli stimoli antecedenti vengono forniti in maniera semplice e un livello appropriato e questo crea chiarezza per il bambino.
COMPONENTI DI UNA PROVA DISCRETA E PROCEDURA DI INSEGNAMENTO
Ogni istruzione DTT viene definita come prova discreta e dura circa 3-10 secondi.ù
Una prova discreta è composta da 5 parti:
1. Stimolo discriminativo (SD): l’insegnante presenta una breve istruzione o domanda allo studente (ad es. "Di che colore è?" o "Tocca il naso").
2. Prompt (aiuto): insieme all’SD o immediatamente dopo, l’insegnante aiuta lo studente nel rispondere correttamente all’istruzione (ad es. l'insegnante modella fisicamente la risposta dello o lo guida per eseguire la risposta). Con il progredire dell'istruzione il prompt viene gradualmente ridotto ed eventualmente eliminato in modo che lo studente risponda solo secondo lo stimolo discriminativo.
3. Risposta: lo studente fornisce una risposta all’istruzione.
4. Conseguenza (SR): le risposte corrette sono immediatamente rinforzate con lode verbale, accesso ai giocattoli o ad altre cose particolarmente gradite per lo studente. Se una risposta errata l’insegnante non fornisce il rinforzo positivo e corregge lo studente utilizzando prompt o fornisce un feedback (ad es. "No").
5. Pausa tra le prove (Inter-trial interval): dopo aver fornito la conseguenza, l'insegnante fa una pausa per 1-5 secondi prima di presentare lo stimolo discriminativo per la prova successiva.
In genere ogni seduta DTT dura tra i 5 e i 15 minuti e nel corso di ogni sessione si alterna a sedute NET e a momenti dedicati al pairing. La raccolta dati per ogni prova di insegnamento include la correttezza della risposte dello studente, il livello e la tipologia di qualsiasi prompt utilizzato. Questi dati vengono utilizzati per monitorare gli apprendimenti e modificare quando opportuno le istruzioni e gli obiettivi.
Alcuni studiosi (Green, 1996; Simth, 2001; Leaf et al. 2016) forniscono alcune raccomandazioni utili per garantire l’efficacia dell’insegnamento in DTT:
- preparare accuratamente prima della sessione il materiale didattico;
- selezionare gli item in base allo studente (età, preferenze, ambiente di provenienza, ecc)
- assicurarsi di aver ottenuto la collaborazione dello studente prima di iniziare la seduta e prima di fornire un’istruzione;
- fornire istruzioni in modo chiaro, utilizzando un tono di voce naturale;
- variare il più possibile le istruzioni (es. che cos’è? come si chiama questo?; dammi/tocca/indica, ecc);
- applicare la procedura di correzione prevista entro 3-5 secondi, dopo l’errore dello studente;
- usare il fading del prompt in modo flessibile;
- fornire rinforzi appropriati e immediati per le risposte corrette, utilizzando sempre anche le lodi;
- registrare i dati dopo ogni prova;
- insegnare anche in ambienti affollati.
Per approfondire:
Smith, T. (2001). Discrete trial training in the treatment of autism. Focus on Autism and Other Developmental Disabilities, 16, 86–92.
https://doi.org/10.1177%2F108835760101600204
Leaf, J. B., Cihon, J. H., Leaf, R., McEachin, J., & Taubman, M. (2016). A progressive approach to discrete trial teaching: Some current guidelines. International Electronic Journal of Elementary Education, 9(2), 361-372.
https://www.researchgate.net/publication/313137299_A_progressive_approach_to_discrete_trial_teaching_Some_current_guidelines
Moderato, P. & Copelli, C, (2010). L’analisi comportamentale applicata (ABA): metodi e procedure. Autismo e disturbi dello sviluppo, 2.8, 191-233.