Vi segnaliamo questi interessanti articoli che affrontano la tematica dell’impatto del COVID sulle persone con bisogni educativi speciali e le loro famiglie.
A questi link trovate gli articoli di riferimento:
https://link.springer.com/article/10.1007/s10803-020-04577-2
L’esperienza del COVID e le successive inevitabili misure di contenimento adottate hanno rappresentato una fonte di stress per tutte le persone, ma ancora di più per le famiglie di bambini con bisogni educativi speciali, che già quotidianamente si trovano ad affrontare maggiori difficoltà rispetto alle famiglie di bambini neurotipici (MCConnell & Savage, 2015; McStay et al., 2014).
Il dovere restare a casa, non potere frequentare la scuola ha comportato una interruzione delle normali routine, ha interrotto il supporto della rete, ha richiesto ai genitori un coinvolgimento molto intenso in attività solitamente svolte dai professionisti e dagli insegnanti.
Nell’articolo citato, gli autori (Asbury et al., 2020) hanno chiesto alle famiglie di rispondere alla seguente domanda “descriva, per favore, con parole sue in che modo l’esperienza del coronavirus ha influenzato la vostra salute mentale e quella del bambino”.
Le risposte fornite mettono in evidenza un incremento di ansia, paura e stress e ripercussioni sul tono dell’umore. A partire da una prima analisi delle risposte fornite, gli autori (Asbury et al., 2020) hanno identificato 6 diversi criteri di raggruppamento delle risposte: 1) Preoccupazione: le famiglie riportano un aumento di preoccupazione in generale, per se stessi e per il proprio figlio. In particolare vengono riferite preoccupazioni per il percorso di apprendimento del proprio figlio, di cui si sono ritrovati a farsi carico, e per il futuro del figlio qualora loro dovessero ammalarsi 2) senso di perdita: di routine, di supporto da parte della rete, di input da parte degli specialisti, economica 3) tono dell’umore: basso tono dell’umore e incremento di stress 4) emozioni: maggiore senso di frustrazione sia delle famiglie che dei bambini 5) comportamenti: incremento di comportamenti problema 6) conoscenza di ciò che accade: soprattutto ragazzi con basse abilità di comprensione verbale hanno incontrato difficoltà a comprendere ciò che stava accadendo.
Alcuni autori (Toseeb et al., 2020) hanno indagato le richieste delle famiglie: ciò che le famiglie riportano sarebbe loro di aiuto. Da questa prima ricerca emerge che le famiglie vorrebbero ricevere maggiori indicazioni da parte del professionista in merito alla gestione quotidiana del proprio figlio, ricevere attività da svolgere con i propri figli adeguate al loro livello di competenza, avere maggiori contatti (anche online) con i professionisti e gli insegnanti che seguono i loro figli, proseguire il percorso di terapia online, ricevere supporto nella gestione della spesa quotidiana e ricevere proposte per attività da svolgere all’esterno delle mura domestiche.
Alla luce di quanto emerso da queste prime ricerche appare ancora più importante riflettere sul tipo di supporto da offrire alle famiglie di bambini con bisogni educativi speciali partendo da una valutazione individualizzata dei bisogni di ciascuna famiglia e costruendo un percorso di supporto che possa rispondere al meglio a tali bisogni.