LA VALUTAZIONE DELLE PREFERENZE
“Puoi scoprire di più su una persona in un'ora di gioco che in un anno di conversazione”
(Platone)

Una componente chiave degli interventi basati sull’applicazione dell’Analisi Comportamentale Applicata (ABA) di ultima generazione riguarda lo sviluppo delle abilità comunicative e sociali in contesti di insegnamento altamente motivanti. L’ABA di ultima generazione predilige l’insegnamento in ambiente naturale, presta grande attenzione alla manipolazione della motivazione e utilizza attività di gioco per favorire l’apprendimento di nuove competenze.

Numerose teorie sullo sviluppo sottolineano il ruolo chiave del gioco nel percorso evolutivo del bambino. Grazie al gioco il bambino esplora nuovi contesti, sperimenta nuove attività che promuovono, a loro volta, l’apprendimento di nuove competenze (Novak e Peláez, 2004).

Per creare un contesto di apprendimento motivante è importante iniziare l’interazione partendo dagli interessi del bambino, proponendo giochi e attività a lui gradite. In un primo momento si possono utilizzare anche quelle attività che il bambino esegue in modo poco o per nulla funzionale, per porsi poi l’obiettivo di ampliare i suoi interessi attraverso procedure di ampliamento delle preferenze (Moderato, 2020) (per un approfondimento, vedi questo articolo).

Dato il ruolo chiave del gioco nel percorso evolutivo e riabilitativo del bambino, è di fondamentale importanza effettuare la valutazione delle preferenze all’inizio dell’intervento. Una possibile procedura per identificare le preferenze consiste nell’osservazione del comportamento del bambino. Genitori, insegnanti, educatori possono identificare quali sono le preferenze del proprio bambino osservando a quali giochi e attività il bambino si avvicina spontaneamente, come li utilizza, per quanto tempo li svolge. Per potere identificare le possibili preferenze è utile presentare  al bambino diversi giochi, appartenenti a diverse categorie sensoriali (visivi, tattili, motori..) e mostrare modi nuovi e divertenti di utilizzarli.

Il bambino potrebbe aver una predilezione verso preferenze visive come trottole, torcia elettrica, bolle di sapone, oppure verso oggetti sonori come libri con effetti sonori, strumenti musicali (pianoforte, xilofono, tamburi, piatti…), canzoni o preferire attività di manipolazione (slime, plastilina, sabbia magica...) oppure attività motorie come saltare sul tappeto elastico, andare sull’altalena o sullo scivolo.
In letteratura sono stati descritti diversi metodi basati sull’evidenza scientifica, utilizzati per identificare gli stimoli preferiti da un individuo con disabilità, il valore di preferenza relativo di questi stimoli e le condizioni che modificano il valore di queste preferenze.

Le procedure di valutazione delle preferenze possono essere classificate come indirette e dirette.

Le valutazioni indirette delle preferenze coinvolgono l'utilizzo di interviste o checklist standardizzate e gli stimoli vengono classificati sulla base delle informazioni, fornite dai caregiver o di altri operatori che conoscono il bambino, rispetto a quanto il bambino sembra preferire o impegnarsi con un gioco, oggetto o attività (Fisher, Piazza, Bowman e Amari, 1996; Matson et al., 1999).
Le valutazioni dirette consistono nella presentazione sistematica di stimoli, si registra il dato sullo stimolo selezionato (misure basate sull’approccio) e sulla durata dell’interazione con lo stesso (misure basate sull’impegno).

I dati di più presentazioni vengono riassunti come percentuale di selezione o durata totale dell’interazione, suggerendo una gerarchia di potenziali rinforzatori (Verriden & Roscoe, 2016).
Tra le misure basate sull’approccio vi sono:

1)    La procedura di valutazione delle preferenze a una scelta o a stimolo singolo in cui viene presentato al soggetto uno stimolo alla volta, fornendogli l’opportunità di avvicinarsi e interagire brevemente con lo stimolo e si misura l’occorrenza, la frequenza e la durata dell’interazione;

2)    La procedura di valutazione a due scelte in cui gli stimoli vengono presentati in coppia e al soggetto viene chiesto di selezionarne uno; la preferenza è determinata dal calcolo della percentuale di prove in cui uno stimolo viene scelto rispetto al numero di presentazioni.

3)    La procedura di valutazione a stimolo multiplo in cui al soggetto viene chiesto di selezionare uno tra diversi stimoli presentati contemporaneamente in un insieme. Anche in questo caso la gerarchia di preferenze è determinata calcolando la percentuale di scelta.

Le procedure basate sull’osservazione utilizzano, spesso, la durata dell’interazione con gli stimoli come indice di preferenza. Per esempio, Roane et al. (1998) hanno descritto una procedura detta free operant che prevede la presentazione una serie di stimoli già identificati come preferiti tramite una valutazione a una scelta. La procedura consiste nel presentare una serie di stimoli al partecipante, consentendo a lui o lei libero accesso a tutti gli oggetti durante sessioni di 5 minuti e registrando la durata dell’interazione con ogni stimolo. La gerarchia delle preferenze viene sviluppata sulla base della percentuale di intervalli di 10 secondi in cui il soggetto interagisce con ogni stimolo.

Nel determinare il tipo di valutazione delle preferenze da impiegare, si dovrebbe prendere in considerazione diversi aspetti: le risorse disponibili nell'ambiente, il tipo di stimoli esaminati, il livello di funzionamento del soggetto (Hagopian, Long & Rush, 2004).


Per approfondire:

Moderato P. (2020). Mio figlio non parla è autismo?. Firenze: GiuntiEdu
Verriden A.L & Roscoe E.M. (2016). A comparison of preference? assessment methods. Journal of Applied Behavior Analysis 49, 265-285.
https://doi.org/10.1002/jaba.302

Hagopian, L. S., Long, E. S., & Rush, K. S. (2004). Preference assessment procedures for individuals with developmental disabilities. Behavior Modification, 28, 668–677. https://www.researchgate.net/publication/8413664_Preference_Assessment_Procedures_for_Individuals_with_Developmental_Disabilities