COME AMPLIARE GLI INTERESSI E LE PREFERENZE
Una delle caratteristiche distintive dell'autismo è l'interesse ristretto e/o stereotipato per i giochi e le attività (American Psychiatric Association, 2000). Questo rende spesso difficoltosa l’interazione con i pari, la condivisione di momenti di gioco, la partecipazione ad attività con i coetanei.

La gamma di interessi ristretti si ripercuote anche sui programmi di insegnamento: i genitori, gli insegnanti e i professionisti faticano, spesso, a identificare attività e/o giochi graditi da proporre come potenziali rinforzatori durante attività di insegnamento in contesto naturale e strutturato. L’assenza di un adeguato rinforzo potrebbe ostacolare l'acquisizione e il mantenimento di nuove competenze.

Pertanto, è necessario dedicare tempo durante l’intervento all’applicazione di procedure volte ad ampliare gli interessi e le preferenze della persona.

L'ampliamento degli interessi delle persone con autismo renderà l’ambiente di apprendimento molto più efficace e di successo, in quanto gli educatori avranno maggiori opzioni nelle scelta di ricompense efficaci.

Le ricerche mostrano diversi tipi di procedure utilizzate per stabilire nuove preferenze e nuovi rinforzatori (Dozier et al., 2012; Gomez et al., 2002; Sundberg, Michael, & Partington, 1996).

Le due maggiormente proposte derivano dai paradigmi che si occupano dello studio delle interazioni rispondenti e di quelle operanti. 

Entrambe le procedure prevedono una fase preliminare dedicata alla valutazione delle preferenze. Essa permette di conoscere quali sono le attività altamente gradite, quali quelle poco e per nulla gradite. Sulla base dei risultati di questa prima valutazione si propongono le procedure volte ad ampliare le preferenze.

Nelle procedure basate sulle interazioni rispondenti uno stimolo altamente gradito (cibi, giochi, oggetti, attività) viene presentato in contiguità temporale con uno stimolo neutro (cibi, giochi, oggetti o attività non graditi o verso il quale la persona mostra poco o alcun interesse). Con il tempo il valore dell’attività neutra dovrebbe aumentare fino a quando le sue caratteristiche fisiche producono reazioni di piacevolezza anche senza la presenza dello stimolo gradito iniziale. Per esempio se si vuole rendere motivante una canzone nuova, si può accendere la canzone (stimolo neutro) e, subito dopo, proporre di fare il puzzle (attività già gradita). La presentazione ripetuta della musica (stimolo neutro) in presenza di attività già gradite favorisce l’incremento di interesse per la musica.

Nelle procedure basate sulle interazioni operanti viene proposto lo stimolo poco gradito, la persona viene aiutata a emettere un comportamento verso l’attività (es. toccare il gioco, eseguire un’azione funzionale con quell’attività), e immediatamente viene consegnato lo stimolo altamente gradito (rinforzo positivo). Inizialmente sarà necessario utilizzare molti aiuti e molti rinforzatori ma l’obiettivo sarà quello di ridurre gradualmente il loro utilizzo fino al momento in cui la persona svolgerà l’attività da sola.

Rispetto al confronto di efficacia fra le due procedure non ci sono dati in favore  dell’una o dell’altra procedura. Diversi studi applicati hanno dimostrato l’efficacia delle procedure basate sulle interazioni rispondenti per stabilire nuove risposte vocali nei partecipanti con ritardi linguistici (Carroll & Klatt, 2008; Miguel et al., 2002; Sunderberg et al., 1996; Yoon & Bennet, 2000) e per aumentare i comportamenti appropriati nei bambini con ritardi nello sviluppo (Gomez et al., 2002). Altre ricerche dimostrano l’efficacia delle procedure basate sulle interazioni operanti per rendere rinforzanti le lodi o altri stimoli neutri (Dozier et al., 2012; Taylor-Santa et al. 2014). La scelta della procedura da utilizzare dipende da variabili individuali e contestuali.

Un interessante studio di Leaf e colleghi (2012) mostra come le procedure basate sull’osservazione possono essere efficaci nell’influenzare le preferenze dei bambini con autismo. I ricercatori hanno modificato le preferenze di tre bambini con autismo utilizzando una procedura in cui ciascun bambino osservava un adulto preferito interagire con un gioco poco gradito dal bambino facendo commenti positivi o interagire con un gioco altamente gradito facendo commenti negativi. Tutti e tre i bambini, dopo aver osservato l’adulto, hanno mostrato una maggiore preferenza per lo stimolo precedentemente poco gradito.

Questa procedura fornisce ai clinici un’ulteriore modalità per ampliare gli interessi dei bambini con autismo che potrebbe portare a una maggiore diversità nel gioco, a un maggiore interesse nel gioco e nelle attività adeguati all'età e, in definitiva, a maggiori opportunità di interazioni sociali con i coetanei.

Per approfondire:
Rollman, Kristen, "Establishing Conditioned Reinforcers in Children with Autism Spectrum Disorder” (2015). Masters Theses. Paper 48.
Leaf, J. B., Oppenheim?Leaf, M. L., Leaf, R., Courtemanche, A. B., Taubman, M., McEachin, J., Sheldon J.B., Sherman, J. A. (2012). Observational effects on the preferences of children with autism. Journal of Applied Behavior Analysis, 45(3), 473-48.