Che cos’è il mand?
Nel 1957 Skinner pubblica una delle sue opere più importanti, Verbal Behavior.
In questo volume Skinner descrive le funzioni del linguaggio e gli effetti del comportamento di chi parla (speaker) su quello di colui che ascolta (listener).
Nella tassonomia degli operanti verbali Skinner definisce con il termine mand le richieste che il parlante pone a un ascoltatore. I bambini possono emettere mand per ottenere oggetti, per richiedere agli altri di fare azioni, per ottenere l’attenzione altrui, per ottenere informazioni oppure per allontanare oggetti e attività non gradite.
Il mand è l’unico operante verbale che ha come antecedente un’operazione motivazionale e come conseguenza l’ottenere ciò che è stato richiesto. Il bambino che non gioca da qualche ora con le macchinine (è in atto una Operazione Motivazionale) chiede alla mamma “vorrei la macchina” (risposta – mand) la mamma consegna la macchina (consegna esattamente ciò che ha richiesto il bambino. L’adulto che vuole vedere la televisione, ma non trova il telecomando (Operazione Motivazionale) chiede “posso avere il telecomando?” (risposta-mand) e ottiene il telecomando (consegna di ciò che ha chiesto). (Sundberg & Michael, 2001).
La necessità, il desiderio di qualcosa e un ascoltatore sono l’essenziale condizione antecedente per l’emissione di una richiesta funzionale. La tabella 1 descrive il comportamento di formulare richieste (mand) mostrando gli antecedenti e le conseguenze.
Tabella 1: Analisi funzionale mand
Antecedenti
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Comportamento
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Conseguenza
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Mancanza, desiderio, necessità
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Mand
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Ciò che è stato richiesto con il mand
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Esempio: non giocare con la palla da qualche ora. |
Esempio: Marco dice: “Palla” |
Esempio: Marco riceve la palla.
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I mand possono avere topografie diverse: il bambino può chiedere ciò che vuole attraverso le parole, i segni, lo scambio di immagini o l’utilizzo di speech generating device (per approfondire l’argomento degli
strumenti di comunicazione aumentativa e alternativa).
I mand vocali di solito rappresentano la topografia di richiesta più efficace poiché è più probabile che la comunità verbale di riferimento risponda in modo appropriato a un mand vocale piuttosto che ad altre forme di richiesta (Plavnick & Vitale, 2016).
Quando si manifesta un ritardo nello sviluppo dell’abilità di porre richieste funzionali, come nel caso di bambini con disturbo dello spettro autistico, il training mand è uno degli obiettivi prioritari dell’intervento (Sundberg & Michael, 2001). Le ricerche dimostrano che l’insegnamento di richieste funzionali è di fondamentale importanza poiché consente la riduzione dell’emissione di comportamenti problema, l’aumento di occasioni di interazione appropriata con il contesto e l’aumento del controllo che l’individuo può esercitare sul proprio contesto (Pennington et al., 2015).
Training mand: come insegnare nuove richieste
Poiché l’antecedente del mand è la motivazione del bambino, il contesto di insegnamento privilegiato è il NET, Natural Environmental Teaching (Sunberg & Partington, 1999). Durante una sessione NET l’attenzione è focalizzata sull’interazione tra il bambino e l’adulto: l’insegnamento parte quindi dalle preferenze del bambino, a partire dalle quali l’operatore programma e organizza gli obiettivi della programmazione individualizzata.
Prima di illustrare una delle possibili procedure per insegnare al bambino a formulare nuove richieste è molto importante descrivere alcuni accorgimenti utili per promuovere la motivazione del bambino:
• Organizzare l’ambiente in modo che i giochi e le attività preferite per il bambino siano a vista ma non a portata di mano, ad esempio si possono riporre i giochi preferite sugli scaffali più alti dove il bambino non arriva da solo;
• Variare gli esemplari di giochi proposti, se al bambino piacciono molto le macchinine è bene procurarsi diversi tipi di macchinine.
• Togliere dall’ambiente oggetti che il bambino si aspetta di trovare in una specifica posizione, in questo modo il bambino potrà chiedere l’oggetto che non trova.
• Quando possibile, consegnare solo alcune parti del gioco in modo che il bambino possa chiedere ciò che manca: ad esempio si possono consegnare solo alcuni pezzi di puzzle o alcuni pezzi delle costruzioni.
• Interrompere una attività (ad esempio: girotondo, solletico, rincorrersi …) in modo che il bambino possa emettere una richiesta per chiedere di proseguire.
Prima di iniziare la procedura di training mand è sempre importante valutare la motivazione del bambino per il gioco che si vuole proporre: le operazioni motivazionali sono transitorie quindi non è detto che il bambino sia motivato a chiedere l’attività proposta in quel momento (nonostante questa sia tra le attività preferite). Quando il bambino mostra interesse per il gioco proposto (ad esempio, si allunga per afferrare il gioco, lo indica, sorride, si avvicina ….) è il momento giusto per iniziare il training mand.
Una possibile procedura per insegnare al bambino a formulare richieste è quella che utilizza il trasferimento di funzione dall’operante ecoico all’operante mand (Moderato & Copelli, 2010, Moderato, Copelli & Scagnelli, 2018).
In questa procedura l’operatore presenta il prompt ecoico (pronuncia il nome dell’oggetto desiderato) per 3 volte e ogni volta che il bambino ripete gli consegna ciò che ha richiesto. Dopo tre volte in cui il bambino ripete e riceve ciò che ha chiesto, l’operatore aspetta 5 secondi prima di fornire il prompt ecoico. Se il bambino formula la richiesta senza prompt l’operatore consegna ciò che è stato chiesto, in caso contrario si presenta un prompt ecoico al bambino (senza consegnargli ciò che ha chiesto). Dopo una attesa di 5 secondi, se il bambino non risponde o commette un errore si ripete la procedura dall’inizio (Moderato & Copelli, 2010, Moderato, Copelli & Scagnelli, 2018).
Di seguito un esempio della procedura appena descritta:
Operazione motivazionale: Marco non gioca con le macchinine da qualche ora.
Operatore: Inizia a giocare con le macchinine preferite di Marco.
Marco: Si avvicina e si allunga per prendere le macchinine.
Operatore dice: “MACCHINA” (1° prompt ecoico)
Marco ripete: “MACCHINA”
Operatore: consegna la macchina.
Operatore dice: “MACCHINA” (2° prompt ecoico)
Marco ripete: “MACCHINA”
Operatore: consegna la macchina.
Operatore dice: “MACCHINA” (3° prompt ecoico)
Marco ripete: “MACCHINA”
Operatore: consegna la macchina.
Operatore: mostra la macchinina e attende 5 secondi (transfer dello stimulus control)
Marco dice: “MACCHINA”
Se Marco non emette il mand, l’operatore fornisce un ulteriore prompt ecoico, non consegna l’oggetto quando Marco ripete e attende altri 5 secondi per dare l’occasione a Marco di porre la richiesta.
Per approfondire:
Moderato, P., & Copelli, C. (2010). L'Analisi comportamentale applicata (ABA): teoria, metateoria e fondamenti. Autismo e disturbi dello sviluppo, 1-8.
Moderato, P., Copelli, C. & Scagnelli, M. (2018). Capire come potenziare le abilità linguistiche e comunicative. Firenze: GiuntiEdu